Con le ciaspole all’Alpe Lendine

Foto e articolo di Enrico Minotti

            Con le ciaspole all’Alpe Lendine

Non è proprio per tutti! L’escursione ad anello che nel periodo estivo non presenta altra difficoltà se non quella di seguire il ben tracciato sentiero e i segnavia, diventa in inverno in presenza di neve, piuttosto complessa. Raccomando quindi, sopratutto se in assenza di precedenti tracce, a chi non conosce già bene il territorio, di munirsi di cartina, bussola e altimetro. Infatti con neve abbondante i segnavia non sono più visibili, il manto nevoso uniforma e livella il terreno rendendo quasi impossibile individuare l’altrimenti facile percorso. Necessitano quindi un buon “senso” della montagna e capacità di orientamento per trarsi d’impaccio. 

L’escursione a inizio ai 1056 m. di Olmo, località raggiungibile risalendo la valle Spluga da Chiavenna. All’altezza di S.Giacomo (522 m.) si lascia la statale prendendo a sinistra e percorsi i diciotto tornanti che conducono a Olmo, parcheggiamo le auto in una piazzuola nei pressi della caratteristica Chiesetta.

Subito dietro la bellissima Chiesetta si trova la palina segnavia C.A.I. che ci chiarisce le idee sul percorso che abbiamo in mente. A sinistra il più impegnativo sentiero che tocca l’Alpe Laguzzola, a destra direttamente a Lendine. Seguiamo per Lendine e appena fuori dall’abitato, come previsto, la neve ha livellato tutto nascondendo ogni riferimento. Individuo al limitare del bosco una depressione invitante nella giusta direzione, la raggiungo e nei pressi di una fontana semisepolta dalle neve indovino delle vecchie tracce che si inoltrano nel lariceto. La direzione è giusta, non rimane che seguirle.

Il percorso disegna in direzione Ovest un traverso a mezza costa con scarsa pendenza, sempre tra splendidi e altissimi larici che però rendono un po’ monotona questa prima parte, impedendo la visuale. La neve non ci regge più  e nei pressi di un ponticello calziamo le ciaspole. Da qui la pendenza si accentua permettendo di guadagnare rapidamente quota. Ora attraverso le fronde si può notare a Nord la possente struttura delle  Camoscere e prende forma l’anfiteatro della valle del Drogo. Alle nostre  spalle in lontananza, la    mole del Pizzo Stella con la sua dorsale est ( detta del Calcagnolo ) in bella evidenza. Risalito un dosso roccioso il bosco si fa più rado e in breve si giunge alla magnifica conca dell’alpe Lendine.

Siamo arrivati in un piccolo paradiso e sopratutto al momento giusto.

La luce sfolgorante sembra dare corpo ai colori e illumina l’aria, la valle e il cielo, che appare veramente infinito.  …Sono in un dipinto del Segantini ! 

Non dispongo dell’abilità, del pennello e della tela, ma ho una Nikon e un sacco di idea, provo a darmi da fare …

Dietro le baite coperte di neve da Sud ad Ovest a chiudere l’anfiteatro fanno bella mostra di sé il Monte Mater, il Pizzaccio, la sella del passo di Lendine e il Campanile di Val Marina. A nord la barriera rocciosa che adduce al bacino del Truzzo e si collega  ad Est alle aspre Camoscere. A Ovest il Pizzo Stella, il Galleggione e l’ altopiano del Lago Grande che copre per il momento la vista  sulle montagne della Val Bregaglia.

Una rapida colazione al sacco e ripartiamo con l’intento di completare l’anello passando per  Laguzzola. Non ci sono tracce e ci rendiamo subito conto della difficoltà. Il problema non è di direzione, che ci è nota, ma quello di evitare inutili e dispensiosi saliscendi su pendii instabili e pericolosi. In direzione Sud-Ovest  attraversiamo su ponti di neve il letto di un torrente e risaliamo un  ripido pendio instabile puntando ad un invitante cengione naturale. Qui entrano in gioco altimetro e cartina, saliamo con brevi traversi ancora un poco fino a  quota m.1840 dove incontriamo  o meglio indoviniamo la presenza di un laghetto segnato sulla cartina (m.1839). Accertato all’umanimità il punto di riferimento, proseguiamo nel bosco di larici in leggerissima discesa in direzione Est, costeggiando le balze a nord del Monte Mater e del Pizzetto. Dopo circa un’ora di marcia avvistiamo fra i rami le baite di Laguzzola. La radura in pieno sole ci offre un vista magnifica sulla Val Bregaglia; lo Stella a sinistra in primo piano e a chiudere l’orizzonte sulla destra  il gruppo delle Sciora, il Cengalo, il Badile e le vette che delimitano la zona del Masino e Codera,sino al Pizzo di Prata.

Nei pressi di una Cappelletta, l’unico segnavia avvistato oggi occhieggia su un masso indicandoci la via del rientro. Da qui ci inoltriamo di nuovo nel bosco di larici, iniziando  un lungo traverso discendente verso Est. Grazie alle ciaspole  e alla temperatura sempre piuttosto bassa la neve ci regge bene e con l’aumentare della pendenza riusciamo ad essere  parecchio veloci. Al diradarsi del bosco appare il campanile di Olmo che teniamo come riferimento. Quindi, quasi sciando sulle ciaspole, per terrazzamenti, pratoni e pascoli estivi giungiamo  in breve alle auto.     

   Accessi a Lendine

 

Da Olmo m.1056

Da Milano S.S. 36 dello Spluga a Chiavenna → San Giacomo Filippo a sinistra per Olmo.

 Cartografia

 

Kompass n.92 – Chiavenna Val Bregaglia

 Difficoltà

 

EE (Escursionisti Esperti) nel periodo invernale

Dislivello: 780 m. circa

Tempo complessivo: 5 ore circa

Max quota: 1840 m.

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