Siamo entrati in un’altra Quaresima di pandemia, e sembrerà strano, ma il primo argomento che la Parola di Dio tratta nella prima domenica è quello del diluvio universale. Della rovina della creazione che Dio aveva fatto così bella; del dramma del mondo, che ha rischiato di naufragare: di essere travolto a causa del peccato. Dei singoli e di tutta l’umanità.
Il diluvio universale del nostro tempo è la pandemia, e quindi non c’è niente di più attuale. Quante volte, infatti, sentiamo dire: “Questo castigo ce l’ha mandato Dio, perché siamo talmente cattivi che non poteva non punirci!”. Ebbene il Libro della Genesi ci dice esattamente il contrario; ci dice chiaramente che non è vero: che anche questa pandemia non ce l’ha mandata Dio! Dio non manda nessuna punizione, perché – come dice il profeta Ezechiele – “non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva”. Anzi, dopo il diluvio Dio ha mandato addirittura l’arcobaleno; un segno di amicizia, dicendo a Noè e ai suoi figli con lui: «Quanto a me, ecco io stabilisco la mia alleanza con voi e con i vostri discendenti dopo di voi: (…) non sarà più distrutta alcuna carne dalle acque del diluvio, né il diluvio devasterà più la terra».
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