La fioritura dei Crocus in val di Starleggia
Dedicata a chi ama gli ampi spazi, rivolta all’avveduto viandante che non si preoccupa tanto di raggiungere la meta, quanto di godere la bellezza del percorso, destinata all’attento osservatore che ama e guarda con stupore il variare delle stagioni e apprezza la distinta peculiarità che ognuna di esse offre. Eccovi la valle San Giacomo, che dona all’escursionista evoluto, decine di possibilità per vivere pienamente la montagna e la sua naturale bellezza. Una di queste opportunità si coglie in val di Starleggia, nelle Lepontine, sulla destra orografica della val San Giacomo.In questa splendida conca, la primavera vede nei pascoli e nei prati una grande varietà di fiori spontanei dai colori freschi e luminosi, che donano un effervescente tocco di naturalezza al paesaggio, di per sé già grandioso. In particolare, durante il disgelo, a queste quote, di norma nei mesi di aprile e maggio, esplode la fioritura dei Crocus (Croco Albifloro). Essi simboleggiano l’amore passionale e la giovinezza spensierata, sono conosciuti fin dall’antichità, tanto che Omero li nomina quando descrive il talamo nuziale di Giove e Giunone. Questi fiori, vere e proprie sentinelle della primavera, ne preannunciano l’imminenza tingendo i prati di bianco e viola. La val di Starleggia è raggiungibile da Campodolcino in auto sino al parcheggio sito nell’omonimo villaggio. Quindi a piedi sulla strada consortile a raggiungere in mezz’ora l’alpe Bocci. Nei pressi di alcune stalle, ora perfettamente ristrutturate (localmente teciòn), conviene lasciare la consortile e risalire brevemente per i prati a monte. Se il periodo è quello giusto ( la piena fioritura permane per circa quindici, venti giorni) sarà subito come entrare in un altro mondo. Un piacere per gli occhi e per l’anima. Una prateria ricoperta da un fittissimo manto di Crocus che si estende a perdita d’occhio sin su all’alpe Cusone e Fornaldi, il bosco di conifere, chiazze di neve e un magnifico corollario di montagne innevate fra cui domina l’imponente piramide del pizzo Quadro. L’ampio anfiteatro della val di Starleggia è gratificante in ogni periodo dell’anno, ma è forse in primavera che il paesaggio si mostra nella sua veste più spettacolare, quando le vette d’intorno sono ancora coperte di neve e ghiaccio, in aperto contrasto con il fondovalle, con l’erba appena germogliata, quasi avesse davvero risposto alla tradizionale chiamata primaverile “ ciamà l’erba(*)” e l’incredibile distesa di Crocus, una sorta di guanciale fiorito su cui sdraiarsi e indugiare in contemplazione.
(*) Con l’arrivo di marzo si rinnova una bella tradizione diffusa nelle valli lombarde: “Ciamà l’erba“, per risvegliare la primavera.
Foto e articolo di Enrico Minotti